pet therapy

Cos’è la Pet Therapy e quali sono i benefici?

Sono ormai molti anni che viene consigliato il ricorso alla pet therapy (nome tecnico IAA, Interventi Assistiti con Animali) nel trattamento di particolari stati fisici, psicologici, neuromotori e mentali, ma anche per superare momenti difficili, come lutti, disoccupazione e solitudine.

Prendersi cura di un animale da una parte soddisfa il bisogno di sentirsi utili e impegnati, dall’altro ci pone a contatto con un essere vivente che ci si affida con completa fiducia e affetto, riconoscendoci un ruolo di guida che abbiamo smesso di sentire nostro.

Il legame emotivo che si instaura tra paziente e animale è la chiave del successo della pet therapy. Più il rapporto di affetto e fiducia è forte, più i benefici saranno evidenti.

Il tema sta vivendo una fase di grande attenzione anche da parte dei mezzi di comunicazione. Pochi mesi fa, una delle principali testate giornalistiche italiane ha dedicato al tema un interessante approfondimento dedicato ai benefici per i bambini destabilizzati dall’esperienza del lock-down.

Quali animali aiutano il successo della Pet Therapy

L’animale scelto deve aiutare il paziente a interfacciarsi con il mondo circostante, abbandonando gli atteggiamenti di chiusura e isolamento che lo tengono intrappolato.

Tutti gli animali vanno bene? Nella maggior parte dei casi, la pet therapy utilizza i cani, perché molto affettuosi, ubbidienti e intelligenti. Su un interessantissimo articolo pubblicato dalla Fondazione Veronesi, scopriamo che Labrador e Golden Retrivier sono tra i più utilizzati per il loro buon carattere e giocosità. Il path comune è comunque quello di privilegiare le razze geneticamente più lontane dal lupo di origine.

I cani selezionati attraversano poi una impegnativa fase di addestramento, che deve insegnar loro l’ubbidienza e deve metterli alla prova in situazioni di stress, per verificare che siano sempre sicuri per i pazienti e per se stessi.

Non ci sono però solo i cani. Gatti, conigli, cavalli, asinelli costituiscono valide alternative, fornendo approcci molto diversi ai problemi di isolamento.

Gatti e conigli sono molto adatti per problemi nel contatto con gli altri, tipici dei disturbi dello spettro autistico. Molto bene anche i cavalli, che accolgono i pazienti nel proprio ambiente e che spesso sono usati per trattare problematiche di fiducia negli altri oppure afferenti alla sfera fisica, tramite esercizi di equilibrio e coordinazione.

Benefici

Il primo beneficio a manifestarsi è il controllo dell’ansia, perché la cura di un animale richiede attenzione e tempo. Il respiro si regolarizza e i gesti diventano più rilassati. Anche il superamento delle paure costituisce un risultato estremamente importante, perché, se un animale temuto può diventare il nostro migliore amico, si realizza che anche altre paure possano essere egualmente prive di fondamento. La pet therapy viene usata anche come esercizio fisico, perché la fase di gioco rimette in movimento le articolazioni.

I benefici principali sono però quelli legati alla socializzazione e al recupero dell’autostima. Portare semplicemente a spasso un cane ci fornisce moltissimi stimoli: la sicurezza del non essere soli, il fatto che l’animale ci ubbidisca, l’orgoglio di essere la persona che lo nutre e lo cura, la sensazione di calore quando l’animale ci viene in braccio o si acciambella sui nostri piedi.

Un consiglio

In Italia ci sono molte realtà che lavorano nel campo della pet therapy. Prendiamoci il tempo per fare qualche ricerca e scegliamo la più adatta al nostro caso.

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